sabato 28 settembre 2013

Santo Padre Pio da Pietrelcina 1887-1968

Padre Pio fu proclamato Santo da Papa Giovanni Paolo II il 16 giugno 2002. La devozione e il culto per il cappuccino stigmatizzato non sono mai cessate e, con la sua canonizzazione, il culto di Padre Pio si è rinvigorito ancora di più.
Il nuovo Santo fu anche proclamato Beato da Papa Giovanni Paolo II il 2 maggio 1999

In occasione della canonizzazione, Giovanni Paolo II pronunciò una commovente Omelia di cui riportiamo le parti salienti.


"Nel piano di Dio, la Croce costituisce il vero strumento di salvezza per l'intera umanità e la via esplicitamente proposta dal Signore a quanti vogliono mettersi alla sua sequela (cfr Mc 16, 24). Lo ha ben compreso il Santo Frate del Gargano, il quale, nella festa dell'Assunta del 1914, scriveva: "Per arrivare a raggiungere l'ultimo nostro fine bisogna seguire il divin Capo, il quale non per altra via vuol condurre l'anima eletta se non per quella da lui battuta; per quella, dico, dell'abnegazione e della Croce" (Epistolario II, p. 155).

3. "Io sono il Signore che agisce con misericordia" (Ger 9, 23).

Padre Pio è stato generoso dispensatore della misericordia divina, rendendosi a tutti disponibile attraverso l'accoglienza, la direzione spirituale, e specialmente l'amministrazione del sacramento della Penitenza. Il ministero del confessionale, che costituisce uno dei tratti distintivi del suo apostolato, attirava folle innumerevoli di fedeli al Convento di San Giovanni Rotondo. Anche quando quel singolare confessore trattava i pellegrini con apparente durezza, questi, presa coscienza della gravità del peccato e sinceramente pentiti, quasi sempre tornavano indietro per l'abbraccio pacificante del perdono sacramentale.

Possa il suo esempio animare i sacerdoti a compiere con gioia e assiduità questo ministero, tanto importante anche oggi, come ho voluto ribadire nella Lettera ai Sacerdoti in occasione del passato Giovedì Santo.

4. "Sei tu Signore, l'unico mio bene".

Così abbiamo cantato nel Salmo Responsoriale. Attraverso queste parole il nuovo Santo ci invita a porre Dio al di sopra di tutto, a considerarlo come il solo e sommo nostro bene.

In effetti, la ragione ultima dell'efficacia apostolica di Padre Pio, la radice profonda di tanta fecondità spirituale si trova in quella intima e costante unione con Dio di cui erano eloquenti testimonianze le lunghe ore trascorse in preghiera. Amava ripetere: "Sono un povero frate che prega", convinto che "la preghiera è la migliore arma che abbiamo, una chiave che apre il Cuore di Dio". Questa fondamentale caratteristica della sua spiritualità continua nei «Gruppi di Preghiera» da lui fondati, che offrono alla Chiesa e alla società il formidabile contributo di una orazione incessante e fiduciosa. Alla preghiera Padre Pio univa poi un'intensa attività caritativa di cui è straordinaria espressione la "Casa Sollievo della Sofferenza". Preghiera e carità, ecco una sintesi quanto mai concreta dell'insegnamento di Padre Pio, che quest'oggi viene a tutti riproposto."

Santo Padre Pio da Pietrelcina: la biografia

Padre Pio (Francesco Forgione) entrò a 16 anni, il 6 gennaio 1903, nel noviziato dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini a Morcone. Lì, il 22 gennaio ricevette l'abito francescano e il nome di Fra Pio.  Terminato l'anno di noviziato, emise la professione dei voti semplici e, il 27 gennaio 1907, quella dei voti solenni.
Il 10 agosto 1910 a Benevento ricevette l'ordinazione sacerdotale e fu mandato a San Giovanni Rotondo dove rimase per tutta la vita.

Il momento più alto della sua attività apostolica era quello in cui celebrava la Santa Messa. I fedeli, che vi partecipavano, percepivano il vertice e la pienezza della sua spiritualità.
Sul piano della carità sociale si impegnò per alleviare dolori e miserie di tante famiglie, principalmente con la fondazione della “Casa Sollievo della Sofferenza”, inaugurata il 5 maggio 1956.
Per Padre Pio la fede era la vita: tutto voleva e tutto faceva alla luce della fede. Fu assiduamente impegnato nella preghiera. Passava la giornata e gran parte della notte in colloquio con Dio. Diceva: “Nei libri cerchiamo Dio, nella preghiera Lo troviamo. La preghiera è la chiave che apre il cuore di Dio”. La fede lo portò sempre all'accettazione della volontà misteriosa di Dio.



Dopo l'ordinazione sacerdotale, ricevuta il 10 agosto 1910 a Benevento, restò in famiglia fino al 1916 per motivi di salute. Nel settembre dello stesso anno fu mandato al convento di San Giovanni Rotondo e vi rimase fino alla morte.

Acceso dall'amore di Dio e dall'amore del prossimo, Padre Pio visse in pienezza la vocazione a contribuire alla redenzione dell'uomo, secondo la speciale missione che caratterizzò tutta la sua vita e che egli attuò mediante la direzione spirituale dei fedeli, mediante la riconciliazione sacramentale dei penitenti e mediante la celebrazione dell'Eucaristia. Il momento più alto della sua attività apostolica era quello in cui celebrava la Santa Messa. I fedeli, che vi partecipavano, percepivano il vertice e la pienezza della sua spiritualità.

Sul piano della carità sociale si impegnò per alleviare dolori e miserie di tante famiglie, principalmente con la fondazione della “Casa Sollievo della Sofferenza”, inaugurata il 5 maggio 1956.
Per Padre Pio la fede era la vita: tutto voleva e tutto faceva alla luce della fede. Fu assiduamente impegnato nella preghiera. Passava la giornata e gran parte della notte in colloquio con Dio. Diceva: “Nei libri cerchiamo Dio, nella preghiera Lo troviamo. La preghiera è la chiave che apre il cuore di Dio”. La fede lo portò sempre all'accettazione della volontà misteriosa di Dio.

Fu sempre immerso nelle realtà soprannaturali. Non solo egli era l'uomo della speranza e della fiducia totale in Dio, ma infondeva queste virtù in tutti quelli che lo avvicinavano, con le parole e con l'esempio.

L'amore di Dio lo riempiva, soddisfacendo ogni sua attesa; la carità era il principio ispiratore della sua giornata: Dio da amare e da far amare. Sua particolare preoccupazione: crescere e far crescere nella carità.

Espresse il massimo della sua carità verso il prossimo accogliendo, per oltre 50 anni, moltissime persone, che accorrevano al suo ministero e al suo confessionale, al suo consiglio e al suo conforto. Era quasi un assedio: lo cercavano in chiesa, nella sagrestia, nel convento. Ed egli si donava a tutti, facendo rinascere la fede, distribuendo grazia, portando luce. Ma specialmente nei poveri, nei sofferenti e negli ammalati egli vedeva l'immagine di Cristo e si donava specialmente per loro.

Ha esercitato in modo esemplare la virtù della prudenza, agiva e consigliava alla luce di Dio.

Suo interesse era la gloria di Dio e il bene delle anime. Ha trattato tutti con giustizia, con lealtà e grande rispetto.

Rifulse in lui la virtù della fortezza. Egli comprese ben presto che il suo cammino sarebbe stato quello della Croce, e l'accettò subito con coraggio e per amore. Sperimentò per molti anni le sofferenze dell'anima. Per anni sopportò i dolori delle sue piaghe con ammirabile serenità.

Quando dovette subire indagini e restrizioni al suo servizio sacerdotale, accettò tutto con profonda umiltà e rassegnazione. Di fronte ad accuse ingiustificate e calunnie tacque sempre, confidando nel giudizio di Dio, dei suoi diretti superiori e della propria coscienza.

Usò abitualmente la mortificazione per conseguire la virtù della temperanza, in conformità allo stile francescano. Era temperante nella mentalità e nel modo di vivere.

Consapevole degli impegni assunti con la vita consacrata, ne osservò con generosità i voti professati. Fu obbediente in tutto agli ordini dei suoi Superiori, anche quando erano gravosi. La sua obbedienza era soprannaturale nell'intenzione, universale nella estensione e integrale nell'esecuzione. Esercitò lo spirito di povertà con totale distacco da se stesso, dai beni terreni, dalle comodità e dagli onori. Ebbe una grande predilezione per la virtù della castità. Il suo comportamento era dovunque e con tutti modesto.

Si reputava sinceramente inutile, indegno dei doni di Dio, ricolmo di miserie e insieme di favori divini. Fra tanta ammirazione del mondo, egli ripeteva: “Voglio essere soltanto un povero frate che prega”.

La sua salute, fin dalla giovinezza, non fu molto florida e, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, declinò rapidamente. Sorella morte lo colse preparato e sereno il 23 settembre 1968, all'età di 81 anni. I suoi funerali furono caratterizzati da un concorso di popolo del tutto straordinario.

Il 20 febbraio 1971, ad appena tre anni dalla sua morte, Paolo VI, parlando ai Superiori dell'Ordine Cappuccino, disse di lui: “Guardate che fama ha avuto, che clientela mondiale ha adunato intorno a sé! Ma perché? Forse perché era un filosofo? Perché era un sapiente? Perché aveva mezzi a disposizione? Perché diceva la Messa umilmente, confessava dal mattino alla sera, ed era, difficile a dire, rappresentante stampato delle stimmate di nostro Signore. Era un uomo di preghiera e di sofferenza”.

Già durante la sua vita godeva vasta fama di santità, dovuta alle sue virtù, al suo spirito di preghiera, di sacrificio e di dedizione totale al bene delle anime.

Negli anni successivi alla sua morte, la fama di santità e di miracoli è andata sempre più crescendo, diventando un fenomeno ecclesiale, diffuso in tutto il mondo, presso ogni categoria di persone.


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